28 maggio 2025

ore 17:30
via San Martino della Battaglia 18, Brescia

Inaugurazione della mostra "Il ricordo nel presente. Dalla Stele di Carlo Scarpa in Piazza della Loggia, tre percorsi nella memoria"

Ogni luogo, vissuto e guardato lungo il flusso del tempo, può venir trascinato dentro un vortice che ne cambia la storia.

Così è accaduto a Piazza della Loggia: quel punto, dove il 28 maggio 1974 esplose la bomba, non fu più osservato come un attimo prima dello scoppio: un istante e il luogo ha cambiato la sua forma, si è fatto luogo del ricordo, percepito come diverso da prima, a causa del tragico evento.

Ricordare oggi quel momento significa provare a osservare un’altra volta quel luogo, per darne un’immagine che restituisca la memoria del passato, la mantenga in essere, la preservi come monito e atto di pietà.

Accanto al pilastro sbrecciato, Carlo Scarpa progettò una Stele, divisa dal resto della piazza da un’esile transenna lignea. Molti furono i disegni e il progetto iniziale del 1974 fu cambiato, ridimensionato e variato, sino alla soluzione che oggi resta a memoria del fatto, datata 1976.

Per parlare oggi di questo luogo – e per noi architetti di questa Stele, pensata dal grande architetto del ‘900 – per ricordare, vogliamo guardare il monumento come parte di un più largo contesto, come parte di un grande insieme di segni che la città conserva, tracce portanti della propria memoria collettiva.

Su questi presupposti, FOABs (Fondazione dell’Ordine degli Architetti Brescia), dietro mandato dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia, inaugura il 28 maggio 2025, ore 17:30, presso la Galleria di Palazzo Martinengo delle Palle (Via San Martino della Battaglia 18, Brescia), una mostra che vuol essere il contributo degli Architetti alla commemorazione della strage.

Il titolo della mostra non è casuale: se il ricordo è l’atto che permette di conservare, risvegliare e rinnovare la memoria, quest’ultima, a sua volta è il tramite tra passato e presente.

Nelle “Città invisibili”, Italo Calvino comincia la serie delle sue città proprio con quella della “memoria”, per finire con quella “nascosta”.

La prima evoca la fanciullezza, il passato, la tradizione, mentre la seconda, nel suo essere “nascosta”, è il seme della città futura.

Il ricordo del passato, quindi, attraversa il presente per farsi futuro: la città della memoria vive proprio nel continuo accumularsi di segni e sedimenti, formando quella che verrà: di questa città futura, guardando con attenzione, possiamo già cogliere le forme possibili.

E di forme o frammenti sono certo pieni i disegni – scelti tra quelli presenti nell’archivio del MAXXI di Roma – che l’architetto Carlo Scarpa produsse dal 1974 al 1976: in mostra, senza la pretesa di esaustività, ne viene proposta una selezione, che restituisce l’iter dell’ampio processo creativo, dà conto delle variazioni intorno al tema del monumento, rende chiara la ricerca di un senso, di una posizione, di dettagli che nel loro insieme si fanno opera “in memoria”.

La Stele, come parte costitutiva della città, è quindi il punto di partenza di questa mostra, non solo come prova dell’alto ruolo dell’architettura nella costruzione dei luoghi, ma soprattutto come segno che, insieme ad altri contribuisce alla costruzione della nostra coscienza collettiva.

La mostra prende quindi le mosse dalla “stanza” dedicata alla Stele, articolandosi in altre tre sezioni – legate alla prima con il filo dell’analogia – in cui le opere di tre fotografi non bresciani – Silvia Camporesi, Marco Introini e Paolo Riolzi – con tre formazioni e tre approcci diversi alla fotografia, ci conducono a ripercorrere nelle strade del presente un evento del nostro passato, che ancora pulsa e batte nel cuore e nella testa della nostra collettività.

Accomunati da una grande sensibilità e professionalità, hanno sviluppato tre progetti, partendo dal profondo della propria emotività ed elaborandola per l’esterno, trasformando queste riflessioni in simboli, atti a ripercorrere il passato proiettandolo verso il futuro.

Un’operazione fotografica che diventa metafora di un rapporto stretto con la storia, con la vita, nel suo attimo, nel suo esserci, nel suo processo di ricostruzione personale e collettiva.

Questa mostra scava in profondità nella memoria storica, non lo fa in maniera plateale e come ce lo aspetteremmo; attraverso i dettagli di una città che ci appare sconosciuta – o che semplicemente per abitudine abbiamo dimenticato di guardare davvero – o attraverso visioni più ampie e cariche di suggestioni, i tre autori ci permettono di creare uno spazio privato in cui prendere silenziosamente contatto con gli avvenimenti, di percorrerne gli angoli bui, le strettoie del ricordo, facendo confluire opinioni personali, emozioni del momento e strutture mentali su cui si costruisce il nostro vissuto.

Noi, osservatori, veniamo invitati ad uscire dai confini fisici dei luoghi e delle stampe allestite alle pareti, a pensare alla storia e alla memoria come vettori del presente e come intuizioni di percorsi futuri.

Le fotografie di questa mostra diventano quindi traslazione emotiva di una documentazione esterna, frutto dell’intrecciarsi della realtà con le esperienze dei tre fotografi, approdando in una narrazione più ampia e condivisa.

dal sito dell'Ordine degli Architetti di Brescia




Associazione Casa della Memoria